Cos’è il Platooning e in che modo questa tecnologia potrebbe rivoluzionare il settore dell’autotrasporto e della logistica, aprendo nuovi scenari legati alla circolazione dei mezzi pesanti su gomma?
In questo articolo approfondiremo l’argomento, soffermandoci sui potenziali vantaggi ma anche sulle eventuali problematiche che l’adozione del platooning potrebbe comportare.
Cos’è il Platooning e come funziona?
Il termine Platooning indica un convoglio di autoarticolati che viaggiano in colonna a distanza ravvicinata, sfruttando tecnologie evolute nel campo dell’automazione e della comunicazione V2V, da veicolo a veicolo.
Il camion in testa è l’unico ad essere guidato da un autista in carne ed ossa. Tutto il gruppo di mezzi semiautomatici che lo segue, si muove grazie ad un avanzato sistema wireless, che trasmette loro le informazioni di marcia in tempo reale.
In questo modo, il convoglio può viaggiare a velocità costante, mantenere la distanza di sicurezza impostata e reagire prontamente agli input, così da ridurre al minimo il rischio di incidenti stradali.
Dunque, sulla carta il Platooning potrebbe davvero essere impiegato nel trasporto di merci su strada e nelle operazioni quotidiane di logistica, migliorandone l’operatività. Tuttavia, allo stato attuale, si stanno ancora valutando a fondo i benefici e le criticità di tale tecnologia, che destano qualche timore.
I vantaggi del Platooning
Tra i vantaggi del Platooning si annoverano:
- la riduzione dei tempi morti e dei consumi di carburante, stimata tra il 5 e il 15%
- l’efficientamento delle tempistiche di lavoro e di riposo dei conducenti
- la diminuzione del numero di incidenti stradali, nella maggior parte dei casi dovuta all’errore umano e ai tempi di reazione dell’autista
- una maggiore sicurezza, ad esempio attraverso la frenata sincronizzata che consente di evitare bruschi arresti
- le minori emissioni di CO2 e dunque ridotto impatto ambientale
- la fluidità del traffico grazie all’accelerazione e decelerazione coordinata dei camion.
Le criticità del Platooning
Attualmente, le criticità connesse al Platooning, nella formula di guida totalmente autonoma, riguardano principalmente tre punti:
- il ruolo dell’infrastruttura, che potrebbe ad esempio richiedere l’impiego di semafori intelligenti oppure corsie riservate, così da mantenere il convoglio intero lungo il percorso. Da ciò deriva la necessità di ulteriori investimenti infrastrutturali.
- le prestazioni di frenata, che dipendono dal mezzo stesso, ma anche da fattori esterni, come ad esempio le condizioni meteorologiche e stradali. Ciò implica la conoscenza e la valutazione a priori di questi elementi, per poter garantire funzionalità ragionevolmente precise. In quest’ottica, le informazioni a disposizione oggigiorno sono ancora insufficienti
- al pari di altri ambiti di applicazione, ci si interroga sulla possibilità che l’automazione sottragga o sostituisca il lavoro umano, e nel caso specifico, quello dei trasportatori su gomma.
Progetti di sperimentazione del Platooning
I soggetti chiave del settore dei trasporti, tra cui produttori di veicoli, istituti di ricerca, Governi, concessionari delle infrastrutture stradali e fornitori di soluzioni logistiche, da diversi anni partecipano a progetti di sperimentazione al fine di promuovere un modello di trasporto più efficiente, sicuro e sostenibile.
Ad esempio, IVECO già nel 2016 ha partecipato al primo Truck Platooning Challenge, da Bruxelles a Rotterdam, con un convoglio di due unità entrambe dotate di:
- sistema radar di controllo da remoto
- telecamere e GPS
- funzionalità di sicurezza integrate, come il CACC (Cooperative Adaptive Cruise Control) e l’Advanced Emergency Braking System.
E ancora possiamo citare il progetto Ensemble, che punta ad implementare lo sviluppo del Platooning a livello europeo, aprendo la strada ad autocarri multimarca e favorendo l’armonizzazione delle normative giuridiche degli Stati membri.
In attesa delle soluzioni per il futuro, al momento gli studi si concentrano sulla compatibilità del platooning con le infrastrutture stradali e sull’analisi del suo impatto sul flusso di traffico accanto alle altre tipologie di veicoli. Dunque, la ricerca va avanti tra test reali e simulazioni virtuali, in grado di ipotizzare diversi scenari.
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